I primi ritrovamenti che ci testimoniano la presenza umana a Manerba risalgono al periodo mesolitico, ma i rinvenimenti più importanti furono quelli del I secolo a.C, i quali testimoniano la presenza dei romani, infatti a Manerba vennero costruite molte ville romane. Nel periodo del Medioevo, i fatti storici rilevanti riguardano la Rocca, base difensiva, contesa prima tra Guelfi e Ghibellini, poi tra Bresciani e Veronesi, queste contese vennero scritte nei loro racconti da Leutelmonte e Valvassori Bresciani. Sotto il controllo della Serenissima Repubblica Veneta nel XV secolo, la Rocca, non ebbe più funzioni militare, i quali controllarono il territorio fino al 1796 con l'arrivo delle truppe di Napoleone, dopo la sua caduta Manerba entrò a far parte dell'impero Austro – Ungarico, fino alla definitiva liberazione.
La Rocca di Manerba, il cui profilo si staglia inconfondibile nel basso Lago di Garda, ha ora acquisito una nuova forza per rimanere fedele alla propria identità nei tempi a venire. Un recentissimo traguardo che supporterà un programma di studio e conoscenza, preservazione e divulgazione di un territorio unico per storia e conoscenza, preservazione e divulgazione di un territorio unico per storia e biodiversità, che nulla ha da invidiare alle altre e più note bellezze dell'Italia. Ai fini di salvaguardare e valorizzare le caratteristiche naturali e paesaggistiche dell'area, oltre a quelle storiche e archeologiche, il Comune di Manerba del Garda ha promosso, infatti, una serie di iniziative che hanno portato all'inserimento di questo territorio (114 ettari di prati aridi, boschi, sentieri, vigneti e uliveti) nella "Riserva Naturale della Rocca, del Sasso e Parco Lacuale del Comune di Manerba del Garda". Per proteggere e conservare l'ecosistema sono stati puntualizzati divieti e limitazioni di attività incompatibii con una riserva naturale, quali caccia, ampliamenti dell'edilizia già esistente, ciscolazione di veicoli a motore e altre azioni che possano intaccare e danneggiare le caratteristiche naturali, paesaggistiche e storico-archeologiche dell'intera area interessata. Questi divieti e limitazioni, per la maggior parte già presenti nel regolamento del precedente PLIS, sono finalizzati allo studio e monitoraggio delle specie endemiche e a quello delle ricchezze storiche e archeologiche, i cui risultati saranno divulgati per arricchire la conoscenza del territorio del Lago di Garda con le sue immense potenzialità culturali e turistiche. Il Museo Civico Archeologico della Valtenesi, situato all'interno della RIserva, costituisce il centro di informazioneper i visitatori del territorio di Manerba che desiderino documentarsi sulle motivazioni per le quali l'uomo ha scelto - dalle più antiche epoche preistoriche e fino all'occupazione della fortificazione medievale cui il luogo deve il nome di "Rocca" - di frequentare ed insediarsi in questo meraviglioso contesto dalla posizione protesa a controllo dell'entroterra e delle acque del basso lago e di notevolissima valenza ambientale.
L'isola di San Biagio, conosciuta anche come Isola dei Conigli, è un'isola del Lago di Garda. Distante poco più di 200 metri dalla terraferma, appartiene al territorio comunale di Manerba del Garda, in provincia di Brescia. L'isola è raggiungibile giornalmente da un battello con partenza da Porto Torchio a Manerba del Garda e, in alcuni periodi dell'anno, anche a piedi lungo una sottile striscia di terra.
La chiesa di Santa Maria a Manerba è un edificio importante sotto più punti di vista. Essa infatti svolgeva la funzione di capopieve, avendo sotto la sua giurisdizione anche gli edifici ecclesiastici di San Fermo a San Felice, San Michele di Puegnago, San Pietro a Polpenazze, San Michele di Soiano, San Martino a Moniga e quello di San Giovanni a Portese. Anche la pieve di Santa Maria è citata nella bolla di papa Eugenio III del 1145, e anch’essa veniva, con quest’atto, posta sotto le dirette dipendenze del vescovo di Verona. In ogni caso da un punto di vista architettonico la pieve sorge su un’area in cui sono state ritrovate testimonianze di insediamenti romani e altomedievali che fanno pensare ad una sorta di continuum fra il centro battesimale e i preesistenti nuclei abitativi. La chiesa comunque è dotata di pianta basilicale, è divisa in tre navate da file di tre pilastri ciascuna ed ognuna si conclude con un’abside di cui, quella centrale è esternamente decorata da una sequenza di lesene soprastate da un motivo ad archetti. In origine tutte le absidi erano semicircolari, mentre adesso quella di sinistra, essendo stata riadattata, ha pianta quadrangolare. La facciata invece si presenta caratterizzata da un profilo a salienti, con la parte centrale in leggero aggetto rispetto alle parti laterali. Anche la pieve di Manerba subisce nel tempo alcune modifiche, tra il XVI e il XVII secolo vengono infatti aggiunti altari minori, tre sul lato nord e due su quello meridionale mentre vengono rifatti sia il portale che l’apertura soprastante. Il campanile invece va fatto risalire alla seconda metà del `500, ed essendo posto davanti alla facciata in una posizione abbastanza insolita, questo ha fatto supporre che esistesse una sorta di spazio chiuso antistante l’edificio e probabilmente circondato da altri fabbricati secondari. All’interno inoltre, sono conservate ampie tracce di affreschi risalenti ad un arco cronologico compreso fra il XIV e il XVI secolo, mentre si possono ancora ammirare il Martirio di Sant’Orsola e compagne, precocissimo esempio di pittura romanica, L’Annunciazione e la Madonna in trono fra i SS Sivino e Rocco.
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