Sirmione ha origini antiche, la sua popolarità è dovuta al poeta Catullo, che qui abitava, il quale la declamò in alcuni versi delle sue opere. Come tutti i paesi del Lago di Garda anche Sirmione non riuscì a sottrarsi al dominio dei Longobardi, successivamente scacciati nel 1197 dai veronesi, nel 1220 l'imperatore Federico II consentì ai sirmionesi di poter pescare liberamente nelle acque del lago. Dopo il dominio degli Scaligeri, Sirmione si consegno alla Repubblica di Venezia nel 1405, nel 1452 venne costituita la Cooperazione degli Antichi Originari di Sirmione, che assieme a quelli di Torri del Benaco e Garda gestivano la ricca pescheria di San Vigilio.
La Rocca, costruita nel 1278 circa da Mastino I della Scala signore di Verona, probabilmente sui resti di una fortificazione romana. Grazie alla sua collocazione territoriale di confine, diventa punto nevralgico del sistema scaligero di difesa e di controllo dello scacchiere del Garda e la sua darsena, ancora in perfetto stato di conservazione, rappresenta un raro caso di fortificazione destinata ad uso portuale. Le mura e le tre massicce torri maggiori sono caratterizzate dalle merlature a coda di rondine, caratteristica delle costruzioni scaligere; dietro questi tre torrioni emerge l'imponente mastio, alto 47 metri, sotto al quale si trovavano le celle destinate ai prigionieri. Circa un secolo dopo furono aggiunti due cortili e una fortificazione indipendente, collegata tramite barbacane a quella principale, per aumentare le difese della fortezza. Nel 1405 Venezia annette Sirmione alla sua Repubblica e inizia un'opera di irrobustimento delle mura e ampliando l'ormai obsoleta darsena degli scaligeri. La darsena è anch'essa difesa da torri che però, a differenza di quelle interne al castello, non sono presentano merlatura a coda di rondine. Su un lato della darsena si protrae un fossato esterno che sfocia direttamente sul lago. L'aspetto attuale fu definito nel corso dei restauri eseguiti tra il 1917 e il 1935. La visita del possente maniero, completamente circondato dalle acque, prevede l'accesso ai cortili attraverso un porticato interno dove è allestito un lapidario romano e medievale e, oltrepassando il ponte levatoio che porta al secondo recinto, la possibilità di salire sul mastio e sui camminamenti delle mura da cui si ammira la suggestiva darsena, antico rifugio della flotta scaligera, e un bellissimo panorama.
La grande villa, al di sotto della quale sono state rinvenute strutture del I secolo a.C., venne edificata agli inizi del I secolo d.C. La villa doveva essere in stato di abbandono già nel III secolo quando parte della sua decorazione architettonica venne reimpiegata nell'altra villa romana di Sirmione, quella di Via Antiche Mura. Fra il IV secolo e il V secolo le imponenti strutture superstiti della villa vennero incluse nelle fortificazioni che recingevano la penisola di Sirmione e all'interno dei resti dell'edificio romano vennero realizzate delle sepolture. Nel corso dei secoli, come si è detto, diversi cronisti e viaggiatori visitarono le rovine, ma i primi studi concreti su di esse furono effettuati solamente nel 1801 dal generale Lacombe-Saint-Michel, comandante d'artiglieria dell'esercito di Napoleone Bonaparte. Successivamente, il conte veronese Giovanni Girolamo Orti Manara eseguì scavi e rilievi, ancor oggi fondamentali, che pubblicò nel 1856. Nel 1939 la Soprintendenza per i beni archeologici avviò un ampio programma di scavi e restauri, acquisendo infine nel 1948 l'intera area per permettere un'adeguata tutela del complesso, immerso nel suo ambiente naturale. Durante gli anni novanta del Novecento ulteriori studi hanno confermato che la costruzione fu realizzata attraverso un progetto unitario, che ne definì l'orientamento e la distribuzione degli spazi interni secondo un preciso criterio di assialità e di simmetria.
A Sirmione, nei pressi dell’Area Archeologica delle Grotte di Catullo, si trova Jamaica Beach (o Giamaica Beach), una delle spiagge più gettonate della bella e affascinante cittadina, un angolo di paradiso, un luogo da sogno con acqua cristallina. Per raggiungerla è necessario percorrere tutto il centro storico di Sirmione e da qui, è possibile scegliere tra due strade, l’una più impervia e l’altra, decisamente più comoda; la più “scomoda” era fino a non molto tempo fa l’unica utilizzabile, per arrivarvi era infatti necessario superare il centro storico e seguire per Punta Staffalo facendo attenzione perché, a seconda dell’altezza del lago, si rischiava di dover camminare con l’acqua anche fino alle ginocchia. Oggi arrivare è molto più semplice, una volta giunti al termine del centro, basta seguire la salita che porta alle Grotte di Catullo dove, da un cancelletto posto nei pressi del bar e della biglietteria, si può accedere alla spiaggia seguendo il sentiero che scende verso la costa.
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